sabato 4 aprile 2020

Step#06: La lingua nell' Età dell'Ansia

The stream of Consciousness Novel


Si narra che lo stesso Joyce dichiarasse che per comprenderlo un lettore avrebbe dovuto dedicare la vita allo studio dei suoi libri.
Ad una iniziale lettura di "Ulysses" si evidenzia una tecnica innovativa dell'uso della lingua inglese.
"Ulysses" è un lungo romanzo pubblicato nel 1922 che ebbe l'effetto di una carica esplosiva nella letteratura europea per la sua originalità: il rifiuto delle convenzioni, delle restrizioni imposte dalla famiglia e dalla chiesa che culminava nella vestizione completa dell'anima e dei suoi istinti più bruti.
Questa vestizione avveniva attraverso una nuova tecnica narrativa che si proponeva di rendere "il flusso di coscienza" latente in ogni animo.
Egli cercava di rendere attraverso le parole, le pause e la punteggiatura l'affluire delle immagini, delle emozioni e dei sentimenti in modo confuso alla mente.
Cercava di imitarle e descrivere nel racconto delle vicende e delle sensazioni provate dai suoi personaggi.
La punteggiatura svolge un compito di strutturale importanza nei testi di Joyce.
Particolare rilievo assume il punto che ha l'intento esprimere momenti di ombra del flusso di pensieri.
A questo scopo Joyce usa con destrezza la lingua inglese e quando questa non è più in grado di fornirgli i termini e la sintassi necessarie ricorre a neologismi, a parole tronche attingendo alle lingue a lui note combinando suoni e forme in una moltitudine di ibridi.
L' antinatura verbale di Joyce che trasporta nell'arte i labirinti della psicanalisi di Freud, trova rispondenza nell'antinatura lineare e plastica dell'opera di Picasso che crea "ex novo" l'oggetto secondo modi di cui la natura non offre esempio.
Sia Joyce che Picasso ci presentano un vertiginoso carosello di tutte le possibilità e le impossibilità in fatto di tecnica, stile, di materia plastica o verbale.

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