martedì 19 maggio 2020

step#16#18:Cos'è il punto?


Il Punto è matematica,
è grammatica,
è geometria,
è filosofia,
è fisica,
è
.

Questo è l'incipit dell'opera iniziatica di Samya Ilaria Di Donato, La filosofia del punto e la nascita del colore.
L'autrice è una dei pochissimi testimonial di questa parola 'punto', tanto difficile da essere compresa e spesso sottovalutata.
Samya può essere vista come l'autrice di una filosofia del tutto contemporanea del punto, sicuramente non scontata.
Il libro, non di facile comprensione per lo stile adottato e i temi affrontati, ha l'intento di tracciare la Filosofia del Punto nella sua versione primordiale, attraverso l'evocazione di antichi codici della conoscenza.
Sono studiati profondamente i Misteri che attorniano la vita dell'Uomo.
Durante la lettura si cerca di scrutare all'interno della nostra psicologia lasciandoci, alla fine, profondamente cambiati.

Tutto inizia da un minuscolo granello che noi chiamiamo punto , che si propaga e si unisce ad altri Punti, dando vita a geometrie utili all'uomo.
Astrazione o piccolo segno, il punto è icona dell'inizio di ogni cosa ma è anche sintesi estrema della sua fine. Ciò da cui il Tutto è stato emanato e ciò in cui Tutto verrà riassorbito, l'alpha e l'omega al tempo stesso.
Inizialmente viene analizzato come dal Punto si ha la nascita dell'Universo fino ad arrivare ad un parallelismo interessante sull'Uomo.
L'universo ha avuto origine da un punto che poi si è propagato nello spazio(Big Bang).
Ma prima o poi l'Universo è destinato a collassare su se stesso ritornando ad essere un punto(Big Crunch).
Egualmente l'Uomo alla sua nascita è perfetto, è un punto, ma poi si sviluppa, deve conoscere il proprio Caos, ricercare la propria coerenza e ritornare ad essere un punto.
Il punto, quindi, diventa metafora del portare a termine le cose.
Per accedere sempre più in profondità alla ricerca delle leggi che governano la vita dell'uomo, l'autrice fa uso di simboli e concetti antichi tipici della geometria sacra.
Lo specchio: così come i punti necessitano di altri loro simili per poter dare vita a figure geometriche, l'uomo necessita dei suoi simili per poter vedere la sua immagine riflessa, capire chi è, com'è  e per sentirsi parte di un qualcosa di più grande.
Strategico è l'utilizzo di simboli come cerchio, cerchio puntato e la Vesica Pescis (o mandorla) simboli di ciclicità dove Punto di partenza e Punto di arrivo si fondono.
Al loro interno si nascondono verità simboliche della vita umana e altre figure di ricorrente sacralità.
Ad esempio, proprio la Vesica Pescis, così chiamata in quanto ricorda la vescica natatoria dei pesci, divenne un simbolo per i Cristiani attraverso l'associazione del pesce a Cristo, veniva anche identificata come l'iconografia del Cristo e della Vergine in maestà, nota come mandorla mistica.
Tra i tanti simboli riportati come Spirale, Pentagono ed
Esagramma  ce n'è uno di particolare interesse: l' Ouroboros.


Simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche, rappresenta un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine.

Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera sé stesso, l'energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l'unità, la totalità del tutto, l'infinito, l'eternità, il tempo ciclico, l'eterno ritorno, l'immortalità e la perfezione.


«Liberarsi dal cerchio che dà affanno e pesante dolore».

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